“Dal 5 di marzo, se si voterà il 4, non sarò ne ministro ne deputato. Ho scelto di non ricandidarmi in Parlamento perché ritengo che servano dei gesti per dimostrare che tutto quello che ho fatto e stato dettato da una responsabilità nei confronti dell’Italia”, ha detto qualche giorno fa il leader di Ap Angelino Alfano a Porta a Porta annunciando di abbandonare la politica attiva.
A spiegarne le ragioni, in una intervista a “1/2h in più” andata in onda su Rai3 ieri, domenica 10 dicembre. Il ministro degli Esteri alle prossime elezioni non si ricandiderà né intende assumere incarichi di partito e di governo.
Una scelta con cui l’esponente politico vuol dimostrare “di non essere attaccato alla poltrona”. “Ho sempre avuto due sogni, uno di servire il Paese e uno è la passione per diritto. Allora mi metto in cammino per realizzare il secondo sogno” e “rinuncio a un collegio sicuro” per l’elezione in parlamento.
Cosa farà? “Faccio l’avvocato, sono presidente della fondazione De Gasperi e sono giornalista”, per cui “sarò impegnato”. Alfano ha recriminato sugli attacchi rivoltigli, in particolare dalla Lega, sul fronte dei flussi migratori. Salvini lo ritiene responsabile dell’ingresso illegale di centinaia di migliaia di immigrati. Il leader ha specificato che “esistono due rotte”: una del “Mediterraneo”, l’altra dei “Balcani” che ha consentito il flusso di un milione e mezzo di migranti poi accolti per lo più in Germania, dalla Merkel e da altri paesi.
Intanto è scontro all’interno del movimento dove non è remota una scissione tra il gruppo vicino al ministro della Salute Beatrice Lorenzin che tira per l’unità e il fronte vicino a Maurizio Lupi propenso a tornare nel Centrodestra. Il leader della Lega Matteo Salvini però frena: “I profughi di Alfano?, non siamo l’arca di Noé”, ha replicato.