Non esiste più riparo per i soldati Unifil, ancora in grave pericolo per gli scontri incessanti tra Israele ed Hezbollah. A rischiare la vita, nonostante il rispetto dei protocolli per il massimo allarme e il rifugio nel bunker, sono stati stavolta i militari italiani: due razzi, probabilmente lanciati dai miliziani sciiti intorno alle 13, hanno raggiunto la base di Shama nel sud del Libano, dove opera attualmente la brigata Sassari.
Uno dei missili è finito sulla struttura blindata, dove con elmetti e giubbotti i caschi blu erano entrati, e quattro soldati – raggiunti da schegge di vetro e pietrisco – sono rimasti lievemente feriti e le loro condizioni non destano per fortuna preoccupazioni. Un altro razzo è invece esploso vicino a “Casa Italia”, un edificio che è adibito a pizzeria.
E intanto il governo è diviso sulle responsabilità degli attacchi alla missione di pace Onu. Il ministro della Difesa Guido Crosetto è tornato a definire “intollerabile che ancora una volta una base di Unifil sia stata colpita”. Il titolare di via XX settembre ha ribadito di voler parlare con “il nuovo ministro della Difesa israeliano” per chiedergli “di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo”: una richiesta evidentemente riferita all’attuale strategia militare dell’Idf, che rischia di esporre a rischi ancora maggiori i contingenti Onu e in particolare il nostro. Ma “ancor più intollerabile – prosegue Crosetto – è la presenza di terroristi nel sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”.
Il ministro ha anche chiesto al rappresentante militare italiano all’Onu di sollecitare un “esame approfondito” della situazione sul campo e dei rischi, e una “chiara presa di posizione delle Nazioni Unite” affinché “si spenda per allontanare i conflitti dalle basi Unifil”.
Di diverso avviso il vicepremier italiano Tajani che addossa le responsabilità dell’attacco al gruppo di resistenza libanese Hezbollah. Per il ministro degli Esteri Tajani, sono attacchi “inaccettabili” e avverte: “come abbiamo detto a Israele di prestare la massima attenzione” così “diciamo con altrettanta fermezza a Hezbollah che i militari italiani non si possono toccare”. “Se pensano di continuare a fare danni alle basi italiane – ha aggiunto – hanno sbagliato”.
Da mesi però i tentativi della diplomazia sembrano non sortire effetti e anche nelle ultime ore un nuovo raid dell’Idf ha colpito la periferia a sud di Beirut, roccaforte di Hezbollah, poco dopo la richiesta da parte di Israele di evacuare la zona così come altri territori nella zona meridionale del Paese. I militari israeliani sono anche riusciti a raggiungere il villaggio frontaliero di Deir Mimas, abitato in prevalenza da cristiani lungo il settore orientale della linea di demarcazione tra i due Stati: si tratta della prima volta che soldati israeliani penetrano in una località frontaliera libanese ancora in parte abitata dalla popolazione locale.