Una infermiera di 55 anni, Cristina Maria Murari, dipendente dell’ospedale Negrar di Verona è morta in circostanze misteriose dopo aver fatto il vaccino anti Covid. La donna, secondo quanto trapela, era stata come tanti altri sanitari, sottoposta alla vaccinazione col siero targato Pfizer, le cui reazioni avverse, anche gravi, sono riportati dal sistema di sorveglianza europeo e italiano. Nell’ospedale ci sarebbero altri sanitari gravi, alcuni in rianimazione.
Il quotidiano l’Arena alcuni giorni fa ha pubblicato un necrologio in cui si davano annuncio e data dei funerali della povera infermiera. Le esequie si sono già svolte, ma purtroppo a nessuna autorità competente, soprattutto alla Procura, sarebbe venuta in mente la cosa più seria da fare in questi casi molto delicati: l’autopsia. In casi sospetti si può fare anche ‘d’ufficio’, senza la denuncia di familiari e parenti.
Sui social appaiono discussioni molto accese sulla morte della donna e sul ricovero in condizioni gravi di altri due colleghi. In una chat apparsa su fb e postata quì è scritto che una dei sanitari non voleva fare la seconda dose. Si era già sentita male con la prima. Qualcuno azzarda, in un dialogo privato (postato in basso), che sarebbe stata addirittura ricattata di licenziamento se non avesse fatto il vaccino. Roba da magistratura.
Il vaccino non è infatti obbligatorio, e il Consiglio d’Europa, (leggi la notizia) ha sollecitato i 47 membri a informare l’opinione pubblica che il vaccino NON è obbligatorio e che nessuna persona che non intende sottoporsi al trattamento sanitario non può essere né discriminato né ricattato. E’ un reato penale.
Tornando a prima, senza l’esame autoptico, infatti, chiunque può azzardare conclusioni che lasciano il tempo che trovano. La direzione dell’ospedale, secondo quanto si legge su alcuni siti, ha subito smentito che la morte della donna sia da correlare al vaccino. Cosi fan tutti, vien da dire. Non è la prima volta che succede.
Tutti i ‘protagonisti’ affermano come un cliché che il vaccino non c’entra nulla, negli ospedali così come nelle residenze per anziani, il cui personale e i degenti sono stati i primi ad essere sottoposti a vaccinazione di massa dal 27 dicembre scorso in poi.
Gente che contrae il cosiddetto Covid e talvolta muore “per puro caso”, per mera coincidenza. Notizie che non trapelano, o se emergono non penetrano sui grandi schermi o sui giornaloni unici del virus.
Ogni volta che c’è un decesso post vaccinazione c’è subito chi si affretta a smentire: “Non c’è nessun nesso tra morte e vaccino”. I numerosi casi mortali e le migliaia di “feriti” registrati a causa di reazioni avverse, anche gravi, secondo la sorveglianza dell’Aifa, per i cosiddetti “professionisti dell’informazione” sono solo le solite coincidenze?
Del resto esistono e devono esserci solo i morti per il cosiddetto Covid. Una domandina per costoro sorge spontanea: ma in quel caso, le prove ci sono? E dove sono se non si fanno esami autoptici? (hanno cremato i poveri corpi per nascondere diagnosi e terapie sbagliate). Oppure sono decessi classificati Covid per un tampone farlocco positivo?). Il 97% dei decessi sono anziani ultraottantenni con diverse patologie preesistenti ma è sufficiente che il test risulti falsamente positivo per inserirli nella conta dei ‘contagiati’ o decessi per Covid (che poi ogni ricoverato Sars costi 2.000 euro al giorno nessuno ne parla).
Ma guai ad attribuire responsabilità ai vaccini sperimentali di Pfizer, Astrazeneca e Moderna, altrimenti sono grane per il mainstream e i siti ridicoli di debunker (quelli che in base ad un presuntissimo senso di superiorità rispetto ad altri si sono auto attribuiti la licenza di stabilire ciò che è vero o è falso), sbufalatori ovvero fact-ceck probabilmente tenuti in vita “dall’uomo del monte”, per non dire altri poteri come Big Pharma che ordina censure e altro per nascondere la verità.
Tuttavia qualcosa la magistratura potrebbe fare: riesumare le salme e sottoporle ad un esame autoptico. Solo così si potranno accertare le vere cause del decesso. Senza affermazioni e smentite che lasciano il tempo che trovano.
I cittadini hanno bisogno di verità e certezze su Covid e Vaccini. Certezze che nessuno riesce a dare per via di omissioni e una corruzione dilagante. Neanche i produttori, né le agenzie del farmaco come Fda, Ema ed Aifa, riescono a fornirle, seppure si mostrino dubbiosi tant’è che non hanno MAI APPROVATO pienamente i farmaci, ma solo “autorizzati con condizionalità” dopo pochi mesi di sperimentazione clinica e con dati insufficienti. Sorvolando sull’efficacia, che risulta bassissima, i sieri, secondo molti scienziati internazionali, non sono affatto sicuri. Sbandierarli come tali si commettono crimini gravissimi come omicidi.
Il mainstream non può pensare di avere come spettatori/lettori persone con l’anello al naso disposti a credere a tutto e, con questo pretesto, mistificare la realtà per accontentare chi gli passa veline e milioni di euro attraverso gli sponsor o sotto altre forme per una narrativa unica su Covid e Vaccini avvolta, tra le sue varianti, ancora nel mistero più fitto.
Dino Granata