Dopo una notte incollati davanti ai monitor con autoproclami di vittoria da entrambi gli schieramenti, Benyamin Netanyahu si è aggiudicata la riconferma di primo ministro per la quarta volta. E’ in carica da circa dieci anni.
Il suo Likud, formazione di centrodestra, prevale su “Campo Sionista” guidato da Isaac Herzog e spiazza tutti i sondaggisti che nelle previsioni della vigilia davano un netto vantaggio al centrosinistra. Gli “Arabi guidati da Tzipi Livni ottengono un lusinghiero” risultato, col terzo posto. Un record in assoluto per loro.
Il parlamento israeliano resta molto frammentato. Sui 120 seggi del Knesset, la conta finale è di 30 scanni per Netanyahu, 24 per i progressiti mentre la Lista Araba 14. A seguire “Yesh Atid” coon 11 seggi, Kalanu con 10, Jewish Home 8; 7 lo Shas, Uniti per la Torah 6, e altri sei seggi spettano a Yisrael Beytenu, 4 parlamentari vanno a Meretz.
“Formerò un governo entro due- tre settimane”, afferma Benyamin Netanyahu. Il premier – ha spiegato il partito – parlerà subito con “gli altri leader che prenderanno parte alla coalizione”.
Nei primi commenti, in molti rendono omaggio alla capacità di Netanyahu di recuperare negli ultimi due-tre giorni lo svantaggio che aveva di fronte a Herzog e ad aggiudicarsi un successo personale che ha stupito il suo stesso partito.
In Campo Sionista immediate le prime autocritiche: in particolare, viene affermato, sembra essere stato un errore trasformare la campagna elettorale in una sorta di referendum sulla figura di Netanyahu.
Domani il presidente Reuven Rivlin riceverà i dati definitivi dell’elezione e non avrà altra scelta che affidare a “Bibi l’incarico di formare il nuovo governo. Netanyahu desidera includere Moshe Kahlon, il leader del partito Kulanu che si batte per l’emancipazione delle masse popolari e ha ottenuto 10 seggi.
Col suo sostegno e di altri, il premier conta di poter formare una coalizione di 67-68 deputati con cui affronterebbe la nuova legislatura con pieno controllo del parlamento. Netanyahu raggiungerebbe dunque l’obiettivo fissato nel novembre scorso quando a sorpresa aveva deciso di puntare alle elezioni anticipate per non essere più prigioniero di una coalizione indisciplinata e per lui “ingovernabile”.