Si combatte senza tregua a Mosul, in Iraq. I miliziani dell’ISIL che hanno conquistato la città tre anni fa, sono tornati a fare vittime giustiziando senza pietà 300 persone tra cui anche bambini, in reazione all’offensiva dell’esercito iracheno, dei Peshmerga curdi e degli sciiti che cercano di cacciare gli uomini del califfato nero dalla città.
L’ISIL, sta usando civili, donne e bambini come scudi umani. I miliziani li piazzano sui tetti, per far desistere gli aerei della coalizione a colpire i villaggi dei terroristi. I jihadisti hanno anche riempito di petrolio le trincee e stanno usando sostanze chimiche per rallentare l’offensiva dell’esercito.
Gli uomi del califfato hanno già fatto saltare un impiato petrolifero e minacciano di dar fuoco al greggio nei solchi, non appena l’esercito curdo iracheno si dovesse avvicinarsi alle linee di difesa dell’ISIL.
Intanto, Papa Francesco all’Angelus di domenica mattina in Piazza San Pietro ha condannato il massacro compiuto dagli uomini di al Baghdadi.
“In queste ore drammatiche – ha detto il Santo Padre – sono vicino all’intera popolazione dell’Iraq, in particolare a quella della città di Mosul. I nostri animi sono scossi dagli efferati atti di violenza che da troppo tempo si stanno commettendo contro i cittadini innocenti, siano musulmani, siano cristiani, siano appartenenti ad altre etnie e religioni”.
“Sono rimasto addolorato – ha proseguito – nel sentire notizie dell’uccisione a sangue freddo di numerosi figli di quell’amata terra, tra cui anche tanti bambini. Questa crudeltà ci fa piangere, lasciandoci senza parole. Alla parola di solidarietà si accompagna l’assicurazione del mio ricordo nella preghiera, affinché l’Iraq, pur duramente colpito, sia forte e saldo nella speranza di poter andare verso un futuro di sicurezza, di riconciliazione e di pace. Per questo chiedo a tutti voi di unirvi alla mia preghiera, in silenzio.