22 Marzo 2023

Blitz contro la Sacra Corona Unita, 47 arresti. Colpo al clan Coluccia

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colpo al clan Michele ColucciaAl termine di una complessa attività di indagine, i carabinieri del comando provinciale di Lecce, con la collaborazione dei colleghi di Milano e Tolmezzo (Udine), hanno dato esecuzione a 47 provvedimenti cautelari, emessi dal gip presso il Tribunale di Lecce su richiesta della locale Dda, di cui 20 in carcere e 17 arresti domiciliari. Inoltre 7 misure coercitive dell’obbligo di presentazione alla PG e 3 interdizioni temporanee dai pubblici uffici. Indagate 59 persone. Tra gli arrestati figura anche un ex assessore di Sogliano Cavour.

I soggetti coinvolti nell’operazione denominata “Contatto”, sono indagati, a vario titolo, per i reati di associazione mafiosa, estorsione, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione abusiva di armi, ricettazione, rapina, furto aggravato, porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di stupefacenti, abuso d’ufficio, usura, favoreggiamento personale, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, truffa, minaccia aggravata e lesioni personali, con l’aggravante delle modalità mafiose.

Le operazioni hanno avuto inizio nella notte, con il supporto del Nucleo elicotteri carabinieri di Bari Palese, di due unità cinofile di Modugno, del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano e della Compagnia di Tolmezzo per un totale di 185 unità e 47 autovetture.

L’indagine, denominata “Contatto” per le molteplici infiltrazioni a vari livelli, ha consentito di disarticolare un’associazione mafiosa facente capo al clan “Coluccia” di Noha-Galatina, operante nel territorio della Provincia di Lecce e, in particolare, nei comuni di Sogliano Cavour, Galatina, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto, Castrignano de’ Greci, Melpignano, Soleto, Sternatia, Cursi, Castrì di Lecce, Martano, Otranto, Calimera, Muro Leccese e Cavallino.

Secondo l’accusa, la cellula dell’associazione per delinquere di tipo mafioso documentata e ricostruita attraverso le indagini è risultata essere strutturata secondo uno schema verticistico e composta da 31 soggetti riconducibili alla citata consorteria delinquenziale, con a capo Michele Coluccia, ritenuto parte della “Sacra Corona Unita”.

L’attività prevalente del sodalizio è quella del traffico di sostanze stupefacenti, nonché delle dei furti, della estorsioni, anche con il cosiddetto “cavallo di ritorno”, e della detenzione di armi. I proventi di tali attività venivano, in parte, utilizzati anche per il sostentamento dei sodali detenuti; per influenzare e talvolta corrompere pubblici amministratori che assicuravano, anche in cambio della “protezione” e del sostegno dell’organizzazione, agevolazioni economiche per gli affiliati in danno degli effettivi aventi diritto. L’indagine è stata condotta nel periodo febbraio 2013 – giugno 2016.


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