1 Aprile 2023

Xi Jinping e la Cina avvertono Usa e Occidente: “Tirino il freno, altrimenti sarà scontro”

Il leader cinese: "I Paesi occidentali, guidati dagli Usa, stanno attuando un accerchiamento e una repressione totale della Cina, che può portare a sfide gravi e senza precedenti per lo sviluppo" del Paese. Ministro Qin Gang: "Se gli Stati Uniti non tirano il freno, ma continuano ad accelerare lungo la strada sbagliata, nessun guardrail potrà impedire il deragliamento e ci saranno sicuramente conflitti e scontri"

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Xi Jinping e la Cina contro Stati Uniti e Occidente. In un discorso dinanzi al Consiglio politico consultivo dell’Assemblea del popolo, il presidente cinese ha accusato “i Paesi occidentali, guidati dagli Stati Uniti, di attuare un contenimento, un accerchiamento e una repressione totale della Cina, che ha portato a sfide gravi e senza precedenti per lo sviluppo” del Paese.

Alle parole del presidente cinese si aggiungono poi quelle del nuovo ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, che alla sua prima conferenza stampa lancia un duro monito a Washington: gli Stati Uniti cambino approccio nei confronti della Cina o le conseguenze di ulteriori tensioni tra i due Paesi saranno “catastrofiche”.

“Se gli Stati Uniti non tirano il freno, ma continuano ad accelerare lungo la strada sbagliata, nessun guardrail potrà impedire il deragliamento e ci saranno sicuramente conflitti e scontri”, ha dichiarato Qin a margine della riunione annuale dell’Assemblea del popolo, mettendo in guardia da “conseguenze catastrofiche”.

Secondo il ministro degli Esteri, Washington ha “una visione gravemente distorta” di Pechino, che la porta a considerare la Cina come “il suo rivale fondamentale e la sfida geopolitica più importante”, con la conseguenza che “la politica Stati Uniti-Cina si è completamente allontanata da un percorso razionale e solido”.

Sebbene Washington parli di competizione, in realtà vuole reprimere la Cina in tutti i settori, ha affermato Qin, che ha paragonato i rapporti a due atleti che competono in una gara olimpica: “Se un atleta, invece di concentrarsi sul dare il meglio di sé, cerca sempre di ingannare l’altro o di metterlo in difficoltà, non si tratta di una competizione leale, ma di una maldicenza. Questa non è una competizione leale, ma un confronto malevolo e falloso”.

Pechino spera quindi che l’Europa “acquisisca veramente autonomia strategica”, ha continuato Qin Gang, esortando di fatto il continente europeo a prendere le distanze dagli Stati Uniti. “Le relazioni Cina-Europa non sono dirette, dipendenti o soggette a terzi”, ha affermato Qin a margine della sessione del Congresso nazionale del popolo. “La Cina considera sempre l’Ue come un partner strategico globale e sostiene l’integrazione europea”, ha aggiunto. “Speriamo che l’Europa, dopo aver attraversato il calvario della guerra in Ucraina, impari dal proprio dolore e raggiunga veramente l’autonomia strategica e la stabilità a lungo termine”.

“Siamo disposti a lavorare con la parte europea per aderire a un vero multilateralismo, rispetto reciproco e cooperazione vantaggiosa per tutti, superare tutti i tipi di ostacoli e difficoltà e approfondire costantemente il partenariato strategico globale tra Cina ed Europa, in modo da infondere maggiore stabilità, certezza ed energia positiva in un mondo turbolento.”

Chiaro anche l’avvertimento della Cina agli Stati Uniti su Taiwan. Nessun paese ha il diritto di interferire sulla questione perché “la soluzione della questione Taiwan è affare della Cina”, ha dichiarato il ministro.

La questione Taiwan è al centro degli interessi fondamentali della Cina, “la prima linea rossa che non deve essere oltrepassata nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti”, ha aggiunto Qin. Gli Stati Uniti hanno una responsabilità ineludibile per aver causato la questione Taiwan, ha affermato ancora Qin. E se la Cina solleva questa questione con gli Stati Uniti è per sollecitarli a smettere di interferire nei suoi affari interni.

Gli Stati Uniti – ha concluso – “devono smetterla di contenere la Cina sfruttando la questione Taiwan” e tornare al fondamentale principio di un’unica Cina. (Adnkronos)


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