La Polizia di Stato ha arrestato il presunto capo della banda accusata del sequestro, della rapina conclusa con l’omicidio di Pierluigi Tartari, il 73enne scomparso il 9 settembre scorso da Aguscello (Ferrara) e ritrovato massacrato a morte il 25 settembre in un casolare abbandonato nei pressi nella locale casa circondariale di via Arginone a Ferrara.
Finisce così la latitanza di Ivan Pajdek, croato di 51 anni, noto come “Uber”. Il presunto bandito è stato arrestato in Slovacchia, suo paese d’origine, dove si era rifugiato a casa della compagna.
Per il crimine di Pierluigi Tartari erano stati già arrestati gli slovacchi Patrik Ruszo e Costantin Fiti, entrambi poco più che ventenni. Proprio Ruszo, una volta individuato e fermato aveva indicato il luogo dove era stato lasciato il corpo di Pierluigi Tartari.
Gli agenti della Polizia di Ferrara si recarono sul posto ma fecero fatica poiché la vecchia e fatiscente cascina era impenetrabile. Lo hanno trovato in avanzato stato di decomposizione, che fa presumere che l’uomo sia stato ucciso il giorno stesso del sequestro e della rapina.
Poi la confessione piena rilasciata agli inquirenti. Sarebbe stato lui “insieme ad altri” l’autore materiale dei colpi mortali al povero pensionato. “L’ho ucciso con altri, il corpo lo abbiamo abbandonato (in un casolare) in campagna”, ha detto il presunto killer alla Polizia.
Ruzso è stato catturato sul treno Bologna Venezia. Ha svelato i dettagli raccapriccianti del sequestro, della rapina e dell’omicidio. Ha detto agli investigatori che non ha agito da solo ma con altri cui la Questura di Ferrara sta dando la caccia.
Si cercano altri della banda. Il cerchio si è chiuso attorno a tre persone, tra cui appunto Ivan Pajdek, alias Uber, croato 50enne anni, il capo del gruppo criminale catturato in Slavacchia in queste ore.
La Questura di Ferrara ha diffuso un video delle telecamere di sorveglianza di banche mentre il presunto capo della gang che ha ucciso Pierluigi Tartari preleva col suo bancomat.
VIDEO DI “UBER” MENTRE PRELEVAVA COL BANCOMA DI TARTARI
Non è escluso che il criminale croato, dopo aver estorto con la forza il Pin al pensionato, abbia ordinato ai complici di tenerlo in vita fin quanto provasse che il codice segreto fosse valido. Una volta accertato questo, è presumibile che abbia dato l’ordine di ucciderlo e abbandonarlo presso il casolare.