Non solo i comuni. Le infiltrazioni mafiose possono avere luogo soprattutto in centri pubblici di potere molto più incisivi sul piano economico. Per questa ragione occorre prevedere “lo scioglimento anche per le Regioni in caso di infiltrazioni mafiose”. La proposta è stata lanciata dal presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, nel corso di una videointervista al convegno “Emergenza corruzione”, organizzato dall’associazione Res Magnae. L’ipotesi di Cantone in sostanza è quella di estendere l’istituto dello scioglimento previsto per i Comuni anche alle Regioni.
Cantone torna sull’argomento dopo la sua audizione davanti alla Commissione parlamentare Antimafia di qualche settimana fa. “Tra mafia e corruzione – disse in parlamento – il rapporto è strettissimo: tanto più i pubblici poteri sono vulnerabili tanto più le mafie hanno gioco facile. I pubblici amministratori locali, fino appunto al livello regionale, sono quelli di maggiore interesse per le organizzazioni mafiose. Uno dei temi su cui andrebbe avviata una riflessione è la possibilità di estendere le regole sullo scioglimento dei consigli comunali anche alle amministrazioni regionali”.
Per Raffaele Cantone “molto meno rilevante è la presenza delle mafie negli organi di potere centrale. Le organizzazioni mafiose ritengono molto più interessanti e utili i rapporti corruttivi e illeciti con le amministrazioni locali in cui si usa il denaro pubblico e si gestisce la vita quotidiana dei cittadini. Il rapporto tra organizzazioni criminali va spesso legato a logiche di consenso. In alcuni ambiti vasti, come nelle Asl – ha concluso Cantone – è significativa la presenza di organizzazioni mafiose presenti anche attraverso meccanismi corruttivi”.