Barack Obama piange per le morti, la diffusione e “il flagello delle armi”. Dopo un lungo braccio di ferro con il Congresso e con le lobby, che ha definito “ostaggio delle lobby delle armi”, il presidente americano ha deciso di scavalcarlo, ricorrendo ai suoi poteri esecutivi. Ostaggio come lo sono tutti i presidenti, democratici o repubblicani. Ma il presidente Usa poteva esercitare già otto anni fa il suo potere che dice di voler esercitare a fine mandato.
“Oltre 30.000 vite vengono spezzate dalle armi negli Usa ogni anno” e “siamo l’unico paese al mondo in cui le stragi avvengono con tale frequenza”, ha detto il presidente Usa alla Casa Bianca. I repubblicani possono tenere il Congresso in ostaggio ma “non possiamo lasciare che l’America sia tenuta in ostaggio”, ha tuonato Obama. “Le continue scuse per non intervenire – ha affermato – non sono più sufficienti”.
Piange Barack Obama ricordando la strage dei bambini nella scuola di Newtown. “Mi infurio ogni volta che penso a quei bambini della prima elemenare”. Il controllo sulle armi, ha detto, non contraddice il secondo emendamento della costituzione americana.
Il presidente ha indicando la necessità di agire “con urgenza” per salvare vite. “Non siamo qui per discutere dell’ultima sparatoria di massa ma per prevenire la prossima”. Presente in sala anche Gabrielle Giffords, la parlamentare vittima di una sparatoria a Tucson nel 2011 e altri familiari di vittime. Obama ha ricordato la sparatoria nella quale è rimasta coinvolta la Giffords così come le altre recenti stragi, compresa l’ultima a San Bernardino, in California.
Intanto vola in Borsa il titolo Smith&Wesson: +18%. Ai massimi dal 1999. Durante la presidenza Obama la produzione di armi risulta raddoppiata, solo per lo scorso dicembre, dopo la strage di San Bernardino, si assiste ad un picco di vendite che non si registrava da due decenni. Oltre a Smith&Wesson. La Nra – altra potentissima lobby americana delle armi – reagisce e provoca postando su twitter una minacciosa immagine che ritrae due parlamentari democratiche di Brooklyn con accanto alcuni proiettili. E i repubblicani sono già sul piede di guerra: “Non importa ciò che dice Obama. Vigileremo attentamente. Il suo ordine esecutivo sarà sicuramente sfidato nei tribunali”, ha fatto sapere lo speaker della Camera Paul Ryan.
I Repubblicani, Trump in testa, affermano che qualsiasi decisione di Obama “verrà annullata” con la prossima presidenza. E’ campagna elettorale. Se da una parte Obama poteva sin dall’inizio del suo mandato, 8 anni fa, far leva sull’emendamento costituzionale per stoppare la vendita di armi, dall’altra c’è chi sostiene le grandi lobby che nei fatti, sono i veri artefici della politica Usa. Chiunque sia il presidente eletto, i quali prendono cospicui finanziamenti dalle lobby per le proprie campagne elettorali.