26 Aprile 2024

Luce sull’omicidio di Giuseppe Raucci. 20 arresti in Toscana

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La droga sequestrata da carabinieri e finanzieri

Ucciso per un affare di droga andato a finire male: al posto della cocaina che era stato incaricato di acquistare gli sarebbe stato venduto zucchero. Sarebbe questo il movente dell’omicidio di Giuseppe Raucci, 48 anni, ucciso a Tirrenia (Lucca) lo scorso 9 dicembre e fatto trovare il giorno seguente nel bagagliaio di un’auto in località Ginestra Fiorentina.

Ad uccidere l’uomo sarebbe stata un’organizzazione calabro-livornese smantellata da Carabinieri di Livorno e Guardia di finanza di Pisa: 20 le persone arrestate in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare, di cui 6 finite in carcere e 14 ai domiciliari. Le accuse a vario titolo sono per l’omicidio (aggravato dal metodo mafioso) di Giuseppe Raucci e per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

L’inchiesta è stata coordinata dalla Dda presso la procura di Firenze guidata da Giuseppe Creazzo. Le indagini sono partit dal delitto di Raucci, 48 anni, originario di Prato e residente a Camaiore (Lucca), ucciso con un colpo di pistola alla testa.

L’operazione, denominata “Akuarius”, è stata condotta tra le provincie di Firenze, Livorno, Pisa, Prato, Pistoia, Massa e Lucca, che oltre a disarticolare l’organizzazione, ha portato al sequestro di oltre 65 chili di droga.

L’indagine, spiegano gli inquirenti, traeva origine dall’individuazione a Livorno di un narcotrafficante domenicano e di un più vasto panorama investigativo che vedeva alcuni soggetti coinvolti nel progetto di importazione di carichi di cocaina dal Sud America. La prosecuzione delle indagini consentiva di individuare, anche in Toscana, il fenomeno del cosiddetto “brokeraggio” nel traffico di droga.

Una precedente indagine delle Fiamme Gialle di Pisa, nel luglio del 2015, aveva già fatto emergere un gruppo di insospettabili imprenditori della provincia di Pisa, che si erano affiliati con trafficanti di cocaina per importare droga direttamente dalla Colombia. Al termine di questa operazione venivano sequestrati 54 chili di cocaina e disposti 14 provvedimenti di fermo emessi dal pm Angela Pietroiusti.

A seguito di tale coordinamento Carabinieri e Guardia di Finanza, hanno operato in perfetta sinergia, attraverso indagini tecniche ed unitamente ai tradizionali appostamenti e pedinamenti riuscivano ad individuare due soggetti, operanti tra le province di Pisa,Livorno, Lucca e Prato i quali, in concorso tra loro e grazie a contatti nel mondo del narcotraffico colombiano, proponevano l’acquisto di cocaina a varie compagini criminali, principalmente di matrice camorristica e ‘ndranghetista.

La prosecuzione delle indagini dava subito dei riscontri operativi; difatti, si rilevava la mediazione da parte dei due brokers in una pianificata importazione di Kg 300 di cocaina dal Sudamerica all’Italia, destinata a diverse compagini criminali. Contestualmente si delineava il ruolo di un distinto sodalizio criminale calabro-labronico, convenzionalmente denominato «GRUPPO PESCI», da cui prende il nome l’Operazione Akuarius, avente il ruolo di ricettore di stupefacente e il compito di controllare l’organizzazione logistica deputata a ricevere le importazioni di droga che avvenivano tramite il Porto di Livorno.

Nell’attesa che l’importazione si concretizzasse, i due broker della droga attenzionati, venivano incaricati, dalla cellula criminale facente capo al «Gruppo Pesci», di reperire della cocaina.

I due prendevano contatti con una cellula di trafficanti colombiani, stabiliti in Roma, che però li truffavano, consegnando loro 3 chili di zucchero in sostituzione dei previsti 3 kg di cocaina.

Dal giorno seguente a quello del “pacco-truffa”, infatti, il gruppo calabro-livornese comincia ad esercitare forti pressioni, accompagnate da pesanti minacce, nei confronti dei due brokers al fine di riuscire a recuperare i 35mila euro persi con l’affare romano.

Al fine di dare un segnale forte, utilizzando il proprio potere intimidatorio, gli appartenenti al Gruppo decidevano di assassinare uno dei due broker, Giuseppe Raucci, omicidio avvenuto a Tirrenia (Pisa) il 9 dicembre 2015, e la cui salma è stata poi rinvenuta la mattina del giorno seguente in un parcheggio in località Ginestra Fiorentina.

Le indagini, pertanto, oltre ad aver avuto per oggetto la disarticolazione della struttura criminale identificata, venivano indirizzate anche all’individuazione dei responsabili dell’omicidio, che durante il periodo di monitoraggio palesavano di trafficare, oltre alla cocaina, anche hashish.

Nel corso delle indagini veniva individuata una possibile fornitura di hashish da parte di uno dei sodali. Al fine di non far emergere le indagini in corso si decideva, pertanto, di far intervenire una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Prato che, in data 21 gennaio 2016, perveniva al sequestro di oltre 10 chili di hashish ed al contestuale arresto del corriere.

Le investigazioni tecniche sono state eseguite in collaborazione con personale della Sezione Mezzi Tecnici della Direzione Centrale Servizi Antidroga, che ha costituito un valido coordinamento di polizia anche con i propri Ufficiali di Collegamento operativo in Spagna ed Albania.

L’attività di indagine ha permesso di rilevare che la cellula criminale, grazie al suo potere intimidatorio ed alle infiltrazioni nel tessuto sociale della Città di Livorno e di Prato, probabilmente poteva costituire un punto di riferimento a cui altre organizzazioni criminali, trafficanti di cocaina presso il locale scalo marittimo labronico, potevano far riferimento.

Tra queste, figura anche la compagine disarticolata dal Nucleo di polizia tributaria di Pisa nel luglio del 2015, nell’ambito dell’operazione Mexcal, la quale si era avvalsa, senza successo, degli affiliati dell’organizzazione calabro-livornese per recuperare la cocaina importata dalla Colombia prima presso il porto di Livorno e quindi presso quello di Catania, ove la droga è stata poi sequestrata dal predetto Nucleo.

A seguito delle indagini, in accoglimento della richiesta della Procura, il Gip presso il Tribunale di Firenze emetteva ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli indagati per i reati di omicidio aggravato dal metodo mafioso e traffico di droga.


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