2 Aprile 2025

Abedini è libero, lo scambio con la Sala è andato in porto. Iran: “Ingegnere è già a Teheran”

La magistratura iraniana spiega: "L'arresto del signor Abedini è stato dovuto ad un malinteso, che è stato risolto con l'intervento del Ministero degli Affari Esteri dell'Iran e con le trattative tra i servizi segreti dei due paesi"

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La magistratura iraniana ha annunciato che Mohammad Abedini, l’iraniano arrestato in Italia a dicembre su richiesta degli Stati Uniti e detenuto nel carcere di Opera, tornerà a Teheran “nelle prossime ore”. Lo riferiscono i media iraniani citando Mizan Online, l’ufficio stampa della magistratura di Teheran.

Quindi lo scambio di ‘ostaggi’ tra la giornalista italiana Cecilia Sala, arrestata in Iran e poi rilasciata e l’ingegnere arrestato a Malpensa il 16 dicembre scorso su mandato Usa si è pienamente concretizzato, in una triangolazione tra Iran, Stati Uniti e Italia, in ambito diplomatico e di intelligence e sotto il massimo riserbo.

“L’arresto del signor Abedini è stato dovuto ad un malinteso”, si legge della nota. “Grazie al monitoraggio del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran e ai negoziati tra i servizi di intelligence della Repubblica Islamica dell’Iran e i servizi di intelligence italiani, il problema è stato risolto e ha portato al suo rilascio e al suo ritorno”, ha affermato l’ufficio stampa della magistratura iraniana.

L’iraniano, secondo alcune fonti citate dai media, sarebbe stato rilasciato domenica mattina e ha preso un volo da Milano Malpensa diretto in Iran. L’uomo è già arrivato a Teheran, spiega un’altra nota di Mizan Online.

Questa mattina il ministro della Giustizia Carlo Nordio, aveva fatto sapere in una nota ufficiale il ministero della Giustizia, di aver “depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi”.

Fonti giudiziarie citate dall’agenzia Ansa hanno affermato che, non appena la Corte d’appello di Milano ha ricevuto la richiesta presentata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio di revocare il suo arresto, i giudici d’appello incaricati del caso si sono incontrati e hanno ordinato il rilascio del 38enne.

Abedini, prelevato da 007 iraniani e italiani (come per il rilascio della Sala, ndr), ha preso un volo per Teheran poco dopo il suo rilascio, secondo le fonti. Come scrive l’ufficio stampa iraniano, l’uomo è già a casa.

“Il ministro Nordio ha presentato una richiesta alla corte d’appello di Milano per revocare l’arresto del cittadino iraniano Abedini Najafabadi Mohammad”, si legge nella nota. “Ai sensi dell’articolo 2 del trattato di estradizione tra il governo degli Stati Uniti d’America e il governo della Repubblica italiana, solo i reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti possono portare all’estradizione, una condizione che, in base allo stato dei documenti, non può essere considerata esistente”, ha affermato il ministero.

Ha aggiunto che l’accusa rivolta ad Abedini di associazione a delinquere per violare “l’International emergency economic powers act” – una legge federale degli Stati Uniti – non corrispondeva ad alcuna condotta riconosciuta dalla legge italiana come reato.

Riferendosi ad altre due accuse contro Abedini, “di ‘associazione a delinquere per fornire supporto materiale a un’organizzazione terroristica con conseguente morte’ e di ‘fornitura o tentativo di fornire supporto materiale a un’organizzazione terroristica straniera con conseguente morte’, nessun elemento a oggi supporta le accuse”, viene affermato.

La nota ha spiegato che le prove esistenti mostravano solo che Abedini era responsabile, tramite società con cui operava, della produzione e del commercio con il suo paese di “strumenti tecnologici con potenziale, ma non esclusiva, applicazione militare”, secondo la nota.

Abedini è stato arrestato dalle autorità italiane su mandato degli Stati Uniti il ​​16 dicembre scorso, tre giorni prima dell’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala a Teheran, poi rilasciata nella massima segretezza, dopo l’intervento della premier italiana Giorgia Meloni che era volata in Florida per parlare dello spinoso caso con il presidente eletto degli Usa Donald Trump che ha evidentemente esercitato pressioni per sbloccare la situazione.

L’ingegnere 38enne, accusato di aver esportato parti di droni presumibilmente utilizzate per uccidere tre militari statunitensi in Giordania un anno fa, era in carcere a Milano in attesa di un’udienza per gli arresti domiciliari il 15 gennaio. L’intervento del guardasigilli italiano Nordio e la cooperazione diplomatica e di intelligence tra Italia, Iran e Stati Uniti, ha messo la parola fine su quello che alcuni media hanno definito un “intrigo internazionale”.

Abedini, 38 anni, laureato in ingegneria meccanica presso la Sharif University of Technology, è stato fermato il 16 dicembre dalla polizia italiana all’aeroporto di Milano Malpensa mentre faceva scalo e ripartire per la Svizzera.

L’Iran plaude alla “cooperazione” sul rilascio di Abedini

Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei ha elogiato “la cooperazione di tutte le parti interessate” per il rilascio del cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, arrestato a Milano il 16 dicembre in base ad un mandato di cattura Usa e scarcerato oggi dall’Italia. Lo riportano diverse agenzie di stampa.


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