Maria Luisa Fassi non ce l’ha fatta. La tabaccaia di 54 anni, accoltellata sabato mattina nel suo negozio di Corso Volta nel centro di Asti, è spirata attorno nel pomeriggio alle 19 all’ospedale cittadino “Cardinal Massaia”.
Inutile il lungo e delicato intervento chirurgico al quale la donna era stata sottoposta per le profonde lesioni all’addome e al torace.
I medici hanno tentato di tutto per salvarla ma è deceduta dopo ore di sala operatoria. Secondo gli investigatori del comando provinciale dei carabinieri di Asti, che conducono le indagini, potrebbe non essere stata una rapina la causa dell’accoltellamento. Una ipotesi che apre altri scenari che si tingono di giallo.
GLI ORARI ATTORNO A CUI SI E’ CONSUMATO IL DELITTO
Maria Luisa Fassi è stata colpita con una ventina di coltellate dietro il bancone della tabaccheria che gestiva in corso Volta. La donna si sarebbe recata in negozio attorno alle 6.15/6.30, orario consueto per il ritiro di giornali e riviste dal furgoncino distributore. Sembra che Maria Luisa Fassi non avesse montato il cassonetto esterno dove i distributori hanno la chiave per ritirare il “reso” dei giornali e depositare la nuova “mazzina”. A volte i distributori passano prima dell’arrivo del titolare. Quando si hanno i giornali nuovi, è sufficiente un quarto d’ora venti minuti per sistemarli sul bancone e poi si procede con l’apertura al pubblico. L’omicidio, stimano le autorità, sarebbe stato commesso tra le 7.35 e le 7.45. Dieci minuti, forse meno, durante i quali il killer (da quello che trapela, uno solo) ha avuto tutto il tempo necessario per affondare i fendenti e poi andar via senza farsi notare, magari con dei giornali sottobraccio. Ferite profonde che purtroppo non le hanno dato scampo.
INQUIRENTI BATTONO TUTTE LE PISTE. PERDE FORZA L’IPOTESI DELLA RAPINA
L’inchiesta è coordinata dal pm Luciano Tarditi, è svolta dai carabinieri del Comando provinciale di Asti, che ha istituito una squadra di investigatori dedicata al caso a cui collaborano anche i Ros. Gli inquirenti non escludono alcuna pista, ma l’accanimento e la furia assassina renderebbe meno probabile, secondo il Pool, l’ipotesi di una reazione del rapinatore ad un rifiuto della donna di farsi rapinare. Oltretutto all’ora d’apertura la cassa è in genere vuota. Poi vendeva sigarette, giornali, ricariche e schedine del lotto, non gioielli. Saranno in ogni caso gli approfondimenti degli investigatori a svelare maggiori dettagli sul delitto di Maria Luisa Fassi, un omicidio ritenuto dalla comunità astigiana “assurdo e incomprensibile”. Lei era sposata con Valter Vignale e aveva due figli di 20 e 25 anni. Insieme alla sorella sono stati già tutti interrogati. Già lo scorso anno il negozio di Maria Luisa Fassi era stato rapinato, ma da quanto appreso, non la mattina presto, bensi alla sera. Bottino attorno a 1.500, quanto in genere può incassare in un giorno una normale tabaccheria edicola.
UN OMICIDIO DETTATO DALL’ODIO
Se gli inquirenti tendono a escludere a pista della rapina, si cerca di capire chi possa avere commesso un crimine così cruento e di una tale violenza che solo l’odio può generare. Già, ma chi poteva odiare Maria Luisa? La cinquantatreenne è stata descritta da tutti come persona “dolce e piena di vita, incapace di fare del male a una mosca”. Un delitto passionale? Non è da escludere. Probabilmente, la vittima conosceva il suo carnefice. Il killer ha voluto colpirla nel negozio per farla forse sembrare volutamente una rapina. Sembra infatti che sia sparito il fondo cassa. In genere una quantità di denaro sufficiente a dare il resto ai clienti, soprattutto al mattino presto quando ancora non si fanno incassi. Poche centinaia di euro tra monete e banconote.
ASSASSINO O ASSASSINA? E’ CERTO CHE L’OMICIDA E’ ANDATO VIA SPORCO DI SANGUE.
Si diceva che l’omicidio sarebbe stato commesso in meno di dieci minuti, tra le 7.35 ee le 7.45 circa. Colpita a morte Maria Luisa Fassi, l’assassino o l’assassina (non è da escludere possa essere stata una donna) è andato via rapidamente. Una cosa sembrerebbe certa, che il killer dopo un delitto così cruento è andato via sporco/a del sangue della vittima soprattutto le scarpe e gli indumenti.
IL COLTELLO E LE TELECAMERE
Con tutta probabilità il killer è andato di proposito con un coltello per portare a compimento la sua missione di morte. Gli inquirenti starebbero già ispezionando alcune registrazioni delle telecamere di sorveglianza di due distributori di benzina. Uno (Q8) al rondò di corso Volta, a pochissimi metri dalla tabaccheria, l’altro duecento metri più indietro (la Tamoil).
Da li si potrebbe risalire alle targhe delle auto o vedere chi camminava sul corso. Sembra non ci siano banche nei dintorni. Di fronte all’edicola c’è un edificio con una scuola di danza. Accanto due negozi gastronomici. Una casa di riposo di fronte la Q8, poi palazzi e altri negozietti con un grande Emporio in via Monte Rainero.
SCONCERTO E PAURA IN CITTA’
Il delitto di Maria Luisa Fassi ha fatto crescere la paura nella città piemontese, un tempo tranquilla: alla fine del 2014 un altro tabaccaio era stato ucciso a colpi di pistola, per rapina, e una decina di giorni fa, nel centro della città, un camionista è stato ucciso a colpo di cric, in pieno centro. Un crescendo di tensione che sta allarmando i cittadini dell’astigiano.
“UNA DONNA BEN VOLUTA DA TUTTI”
Maria Luisa Fassi era ben voluta da tutti in città. “Donna di una famiglia onesta e per bene”, racconta chi l’ha conosceva. La famiglia di Maria Luisa aveva anche un ristorante, il “Gener Neuv”, dove lei, dopo aver chiuso il negozio andava per la sua passione in cucina. “Una lavoratrice instancabile” che ha purtroppo trovato sul suo cammino un assassino crudele e senza pietà.