La Suprema Corte di Cassazione ha annullato con rinvio al tribunale di Bari, l’arresto del senatore Ncd Antonio Azzollini, coinvolto nel presunto crack da 500 milioni di euro della Divina provvidenza.
La pronuncia dei giudici della V sezione penale a seguito del ricorso del senatore. Sarà adesso il Tribunale del riesame di Bari a pronunciarsi nuovamente sulla misura cautelare degli arresti domiciliari per Antonio Azzollini, già bocciata a luglio dall’aula del Senato.
Il caso Azzollini scoppiò in Parlamento con posizioni contrapposte tra i diversi schieramenti politici che si divisero tra “innocentisti” e “colpevolisti”. La giunta per le autorizzazioni di palazzo Madama manifestarono, in base al carteggio giudiziario, “parere favorevole” all’arresto, ma la volontà della commissione venne frenata in aula che negò la richiesta. Con votazione a scrutinio segreto, chiesto dal gruppo Area Popolare (Ncd-Udc) il 29 luglio scorso l’aula del Senato ha infatti bocciato la relazione del presidente Stefano con 96 si, 189 no e 17 astenuti.
E sull’annullamento dell’arresto del senatore alfaniano da parte della Cassazione interviene direttamente il premier Matteo Renzi che già aveva avuto da ridire con i magistrati pugliesi che indagano sul fallimento della Divina Provvidenza: “Il Parlamento non è il passacarte della Procura di Trani”, disse.
Nella sua Enews di oggi Renzi scrive: “Ieri la Cassazione ha annullato l’arresto” di Antonio Azzollini. “Quando si parla di libertà delle persone, – afferma – si può perdere consenso. Ma si deve procedere sempre con i piedi di piombo. Il tempo in cui bastava un avviso di garanzia per condannare qualcuno è finito. Ci vuole più rispetto per la presunzione di innocenza. Solo così smetteremo di essere succubi del populismo”. Oltre a Renzi anche nel Nuovo Centrodestra manifestazioni di giubilo: “Avevamo ragione”.