“Loris lo ha ucciso mio suocero, Andrea Stival. Ho ricordato tutto quando sono andato a trovarlo al cimitero, ma non l’ho detto prima perché avevo paura che uccidesse anche il bimbo più piccolo”. Il movente: “eravamo amanti”. E’ la nuova verità di Veronica Panarello fatta a gennaio a una psicologa del carcere di Catania, dove è detenuta con l’accusa di avere strangolato il figlio di 8 anni, il 29 novembre del 2014 nella loro casa di Santa Croce Camerina. Una ricostruzione che il suocero bolla come “l’ennesima follia della donna”. “Sono tranquillo – dice Andrea Stival – la mia posizione è stata vagliata da investigatori e magistratura dettagliatamente”. La sua nuova verità Veronica vuole che a sentirla sia anche la Procura di Ragusa, chiedendo di informare i magistrati dell’inchiesta. La direzione della prigione lo fa. Ma quando il Pm va a raccogliere la sua testimonianza lei non dice nulla di rilevante, sostenendo che è diventata famosa, e che la conoscono anche a Hollywood.
A gennaio alla psicologa aveva spiegato che il movente sarebbe stato qualcosa che il piccolo “aveva visto e che non doveva vedere”, e avanza l’ipotesi che il suocero fosse l’amante. Fornisce poi una prima ricostruzione: ha accompagnato il figlio più piccolo a scuola e quando è tornata a casa ha trovato Andrea Stival che ha ucciso Loris. Ma nessuna telecamere riprende l’uomo entrare in casa quel giorno. Un mese dopo, l’8 febbraio scorso, ai periti e ai consulenti che la sentono per valutare il suo grado di intendere e volere, come disposto dal Gup di Ragusa davanti al quale la donna è sotto processo per omicidio premeditato e occultamento di cadavere, fornisce una nuova ricostruzione: avrebbe incontrato Andrea Stival per caso, tornando da scuola, e lui sarebbe salito in auto con lei, sdraiandosi sul sedile posteriore per non farsi notare. Sarebbero saliti a casa dove c’era Loris che, sostiene Veronica Stival, minacciava di rivelare al padre la relazione tra sua nonno e sua madre. Per quello lui lo avrebbe ucciso, usando un cavo elettrico, e avrebbe costretto lei a mettergli delle fascette nella mani per farlo stare fermo. E insieme, poi, si sarebbero liberati del corpo gettandolo nel canalone. Non avrebbe parlato per paura di ritorsioni sul figlio più piccolo.
“La ricostruzione di Veronica Panarello – afferma il legale di Andrea Stival, l’avvocato Francesco Biazzo – è assolutamente irrilevante, frutto della sua fantasia, e non lo dico io, ma lo dicono gli atti del processo e le indagini che hanno escluso responsabilità di Andrea Stival. Lo dimostrano i tabulati telefonici e la testimonianza della sua compagna, Andreina. Veronica Panarello ha sposato una tesi giornalistica e l’ha fatta propria. Una relazione tra loro? Tutto falso, una grande bugia. L’ennesima”. Sulla vicenda tacciono investigatori e magistrati: la Procura di Ragusa fa sapere che “non farà, sul punto, alcuna dichiarazione, continuando a lavorare come ha sempre fatto”. Negli uffici giudiziari traspare l’irritazione per la fuga di notizie che ufficialmente non sono ancora state depositate agli atti dell’inchiesta. Tace anche Davide Stival, il marito di Veronica, di fonte all’ennesima versione fornita dalla moglie sulla morte di loro figlio Loris. Lei che aveva negato di non averlo portato a scuola, ma poi ha cambiato versione. Ha poi detto che il piccolo era morto mentre giocava con delle fascette elettriche. Di essersi liberata da sola del corpo. Adesso c’è un’altra ricostruzione e Veronica punta l’indice e accusa: “l’ha ucciso mi suocero, che era il mio amante”. (Ansa)