29 Settembre 2023

Nasa, un caffè spaziale italiano per Cristoforetti e company

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Il lancio della capsula Dragon, diretta alla Stazione Spaziale (Nasa/Tv)
Il lancio della capsula Dragon, diretta alla Stazione Spaziale (Nasa/Tv)

Un caffè “spaziale”, rigorosamente italiano, per l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti. Sarà anche questo il contenuto del carico destinato alla Stazione Spaziale Internazionale inviato sulla capsula Dragon lanciata da Cape Canaveral e che trasporta rifornimenti per conto della Nasa.

Dopo il rinvio di circa 24 ore dovuto al maltempo, oggi il lanciatore Falcon ha potuto partire regolarmente e la navetta Dragon è adesso diretta alla Stazione Spaziale per consegnare il carico di materiali scientifici per 40 esperimenti. Tra questi c’è la macchina per il caffè espresso costruita in Italia che, oltre a diventare il futuro “angolo bar” per gli astronauti, permetterà di condurre test sulla fisica dei fluidi.

Lo stivale visto dallo Spazio
Lo stivale visto dallo Spazio

Ad attendere i materiali c’è l’equipaggio della Stazione Spaziale, con l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) Samantha Cristoforetti, impegnata nella missione Futura, dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Il caffe’ extraterrestre “sara’ prodotto ad una pressione di 7 Bar e sgorgherà ad una temperatura di 75 gradi, per finire all’interno del sacchettino trasparente che verrà usato al posto delle tradizionali tazzine”, ha spiegato il responsabile del progetto David Avino di Argotec, l’azienda aerospaziale che ha realizzato il sistema con Lavazza e Finmeccanica-Selex Es.

La Stazione Spaziale Internazionale è una stazione dedicata alla ricerca scientifica che si trova in orbita terrestre bassa, gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali a livello mondiale: la statunitense NASA, la russa RKA, l’europea ESA, la giapponese JAXA e la canadese CSA.

Intanto,  sono stati catturati “strani” segnali dal cacciatore di materia oscura Ams installato all’esterno della Stazione Spaziale (Iss). Potrebbero essere l’evidenza indiretta delle particelle che la formano. Per i responsabili dell’esperimento, che presentano i dati oggi al Cern di Ginevra, i risultati potrebbero essere indicazioni di un nuovo fenomeno fisico. La materia oscura, misteriosa e invisibile, costituirebbe circa il 25% dell’universo.


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