Svolta nell’omicidio a Roma. La Procura della Repubblica della Capitale ha emesso un fermo a carico del cugino dell’egiziano trovato morto incaprettato sabato mattina in via Cartoni a Roma. Si tratta un uomo di 30 anni, di origine egiziana e parente della vittima.
L’uomo è gravemente indiziato dagli investigatori di essere il presunto killer di Hashem El Sajed Gaafar Abou El Amd, fruttaiolo, di 47 anni da oltre un quindicennio in Italia. Il fratello della vittima, Amed Gaafar, aveva denunciato la scomparsa il primo luglio scorso.
Secondo le prime informazioni, il movente dell’assassinio sarebbe da ricondursi al denaro. La vittima sarebbe stata uccisa per un qualche migliao di euro, forse cinquemila. Soldi che l’uomo ucciso avrebbe sottratto al cugino per sue necessità, mentre – secondo quanto trapela – sarebbero servite al presunto omicida per saldare gli arretrati di un negozio preso in affitto a maggio in avrebbe aperto un locale di frutta e verdura proprio in zona Monteverde, non distante dalla via Cartoni dove è stato rinvenuto il cadavere.
Il fermo del cugino è stato disposto dopo una serie di incongruenze emerse tra quanto dichiarato e l’analisi dei tabulati della vittima e dell’indiziato. Le sue parole, inoltre, non coinciderebbero nemmeno con le versioni rese dai testimoni.
E’ stato interrogato anche il proprietario del locale preso in affitto dall’egiziano, oggi in stato di fermo. Ed è stata proprio questa testimonianza che ha insospettito gli uomini della Questura per il fatto che l’indiziato avrebbe pagato somme di denaro destinate al fitto del locale per strada, invitandolo a non entrare nella frutteria.
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La procura non esclude che il delitto possa essere avvenuto all’interno del locale oppure che il cadavere sia stato occultato all’interno in un secondo tempo dopo averlo ucciso altrove. L’indiziato potrebbe averlo rincorso e raggiunto per avere indietro il denaro sottrattogli. Da li una violenta lite culminata col decesso di Gaafar. Alcuni residenti vicini al negozio avrebbero raccontato che nei giorni precedenti al ritrovamento del cadavere in via Cartoni, avrebbero sentito un odore nauseabondo, una puzza tipica della decomposizione di una cadavere proprio nei pressi della frutteria che la Polizia ha ora sequestrato.
Al momento non sembrano essere coinvolte altre persone nell’omicidio a Roma. Ora bisognerà attendere il Gip che dovrà convalidare il fermo in base alle risultanze investigative. Le indagini comunque proseguono. Il cugino fermato oggi pare sia stato visto in via Cartoni insieme ad altri amici e parenti accorsi sul luogo del ritrovamento della vittima in via Cartoni.
L’esecuzione è stata brutale è violenta. La morte sarebbe avvenuta per soffocamento, dopo che il presunto omicida gli ha legato mani e piedi per incaprettarlo. Metodo tipicamente mafioso di eseguire un delitto.
Non è la prima volta che succede un omicidio del genere a Roma. Nell’ottobre 2013 fu ritrovato alla Marcigliana un egiziano ucciso, pure lui fruttaiolo, pure lui incaprettato. Allora gli investigatori pensarono al racket delle estorsioni. Al momento sebra che tra i due fatti di cronaca non vi sia nessun nesso, nonostante la coincidenza appare molto sospetta.