La Polizia di Stato ha sequestrato beni per 200 mila euro ad Alessandro Cutrona, 32 anni, arrestato nell’operazione Maqueda della Dda di Palermo che ha smantellato un’organizzazione che avrebbe tenuto sotto controllo il quartiere Ballarò, vessando commercianti immigrati con richieste di pizzo.
Gli indagati, tra cui Cutrona, sono accusati di decine di reati aggravati dal metodo mafioso e dalla discriminazione razziale: tentato omicidio, estorsione, incendio, rapina, violenza privata e lesioni personali ai danni di extracomunitari.
Le indagini della Squadra Mobile hanno subito un decisivo impulso dopo l’arresto di Emanuele Rubino, 28 anni, accusato del tentato omicidio di Yusupha Susso, 22 anni, gambiano ferito il 4 aprile scorso con un colpo d’arma da fuoco alla testa dopo avere reagito all’ennesimo atto di sopraffazione.
La vicenda ha provocato la ribellione della comunità di immigrati del centro storico, molti dei quali hanno denunciato le vessazioni subite. I commercianti e gli ambulanti del Bangladesh, che si sono ribellati ai soprusi, subivano continuamente rapine e violenze.
Chi non rispettava le “regole” imposte dal gruppo criminale rischiava pesanti ritorsioni, che andavano dalle minacce, anche con le armi, a veri e propri pestaggi. Adesso a Alessandro Cutrona gli uomini della Sezione Patrimoniale dell’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Palermo, hanno sequestrato due attività commerciali di via Calderai, la prima operante nel campo della vendita di articoli casalinghi e di ferro, la seconda adibita a posto telefonico pubblico e internet point, e un’autovettura.
A carico di Cutrona c’è anche una condanna per rapina aggravata e lesioni personali, in concorso, commessi nel 2005, ed un’ordinanza di custodia cautelare personale per tentata estorsione, aggravati dall’utilizzo del “metodo mafioso”. (Agenzia Ansa)