Quarantaquattro ordinanze di custodia sono state eseguite all’alba da parte della Direzione investigativa Antimafia di Napoli nell’ambito di un’inchiesta sulla fazione del clan dei Casalesi che fa capo alla famiglia Russo.
L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli. Nel corso dell’inchiesta è emerso il coinvolgimento del clan nella gestione di slot machine e video poker, fino al racket delle estorsioni e non solo. Sequestrate cinque aziende e 3200 slot machine, che fruttavano milioni di euro al clan.
In particolare, l’organizzazione criminale era in grado di imporre le macchinette a un numero consistente di esercizi commerciali di Napoli, Caserta e Salerno con la forza e la violenza mafiosa. Anche le estorsioni erano un punto di “forza” del clan Russo.
Gli investigatori hanno scoperto una fiorente attività anche nella distribuzione del caffé, la gestione delle sale Bingo, ma anche attività di ristorazione, tipografie e gli investimenti nel settore dei cavalli da corsa e delle scommesse negli ippodromi.
Al proposito, è coinvolto anche un fantino di riconosciuta fama nazionale ed estera, che viene accusato di presunti contatti con la famiglia Russo. Si tratta di Mario Minopoli e risulta tra i 44 arrestati. Il fantino è accusato nello specifico di aver “consapevolmente condotto il cavallo “Madison Om”, ritenuto di fatto di proprietà di Massimo Russo, esponente del clan soprannominato Paperino”.
Le indagini sono state minuzione, fatte da appostamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche. In alcune riprese, hanno annotato gli inquirenti, il clan aveva avvicinato una loro presunta vittima dicendogli: “…Bevi che ti passa la paura… ma ti rendi conto di dove ti trovi? Dopo di noi non c’è più niente”. Scena da cui emerge come la cosca con l’intimidazione riusciva a essere “influente e convincente”. La presunta cosca aveva il monopolio del settore delle slot, dei videopoker e delle corse di cavalli.