Si aggrava di ora in ora il bilancio delle vittime dopo i violenti terremoti che hanno colpito lunedì la Turchia e la Siria: i morti salgono a 11.200, secondo una stima ancora provvisoria. Lo mostrano i dati ufficiali, mentre i soccorritori sono ancora alla ricerca di sopravvissuti intrappolati sotto le macerie. Una macabra conta, quella dei morti nel devastante sisma.
Secondo quanto trapela, circa 8mila persone sarebbero morte in Turchia e circa 3.200 in Siria, portando così il totale delle vittime a oltre 11.200. Decine di migliaia sono i feriti, cosi come migliaia sono gli edifici rasi al suolo dalle scosse.
Centinaia di migliaia gli sfollati che dovranno passare la seconda notte in tenda o all’aperto. I soccorsi sono resi difficilissimi dalle condizioni climatiche avverse. I soccorritori scavano per cercare di salvare quanti più sopravvissuti possibili sotto i cumuli di macerie, nonché per l’allestimento di mense da campo e tendopoli.
Si continua a scavare mentre non si fermano le scosse cosiddette di assestamento, che sono di intensità notevole, tra 4,5 e superiori a 5 gradi della scala Richter. C’è un italiano che ancora manca all’appello. “Si tratta di Angelo Zen, della provincia di Vicenza, siamo in contatto costante con la famiglia”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tg3 in collegamento dall’Unità di crisi della Farnesina.
Intanto, è vera emergenza umanitaria in Siria dove non arrivano gli aiuti necessari richiesti. Il ministro degli affari esteri siriano citato dall’agenzia Sana, ha accusato gli Stati Uniti e l’Ue di “ostacolare l’invio degli aiuti umanitari alla Siria a causa delle sanzioni unilaterali imposte dell’occidente”. La situazione più critica è ad Aleppo, dove manca di tutto. Sul posto ci sono i russi, impegnati pure in Turchia, e associazioni di volontari di qualche altro paese.