Il terremoto di magnitudo 6,5 avvenuto domenica nella zona a Sud-Est di Norcia è stato il più violento avvenuto in Italia a partire dal 1980, ossia dal terremoto dell’Irpinia. Quello del Friuli del 1976 fu di magnitudo 6.4 della scala Richter.
La scossa principale dell’Aquila del 2009 fu del 5.8, quello di Umbria e Marche del 1997 del 6.1. Anche quello del Belice, del 1968, fu del 6.1. Solo in Irpinia, nel 1980, la magnitudo fu del 6.5 della scala Richter, pari a quella odierna, e causò 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti.
Stessa sequenza sismica del 24 agosto
Il terremoto di domenica 30 ottobre rientra nella stessa sequenza sismica che si è attivata il 24 agosto, con il terremoto nel Reatino. “Il terremoto di oggi è avvenuto sullo stesso sistema di faglie e fa parte della sequenza cominicata in agosto e che adesso sta procedendo”, ha detto il sismologo Alberto Michelini, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv)
La sua intensità è tale da interessare una zona che si estenze almeno per 20-25 chilometri, ha detto il sismologo Alessandro Amato, dell’Ingv. “Interessa un’area ampia – ha aggiunto – localizzata tra quella che si è attivata con il sisma del 24 agosto e quella che si è attivata il 26 ottobre”.
I simologi adesso sono al lavoro per localizzare tutte le repliche e raccogliere tutti i dati, sia sai simografi sia dai satelliti.
Scossa 6,5 più forte delle precedenti, ma non c’è regola
Il fatto che il terremoto di magnitudo 6,5 avvenuto vicino Norcia sia il più intenso nella sequenza sismica cominciata il sisma di magnitudo 6,0 del 24 agosto scorso non è un’anomalia: “non c’è una norma, sappiamo che in passato sono avvenute cose simili”, ha detto Amato.
Anche Michelini ha osservato che “in Italia purtroppo questi eventi accadono con una certa frequenza, che si protrae nel tempo con terremoti di intensità uguale o più forte. Bisogna sempre stare allerta”. Il fatto che oggi sia avvenuto un terremoto più forte rispetto a quelli registrati a partire dal 24 agosto – ha aggiunto – indica che il sistema di faglie aveva accumulato abbastanza energia elastica nelle rocce e che la sta rilasciando”. (Ansa)