Gli avevano investito la moglie la scorsa estate, ma a 7 mesi dalla scomparsa non è riuscito più a darsi pace, così si è vendicato ammazzando l’autore di quello che riteneva essere “l’omicida” di Roberta Smargiassi, l’amore 34anne della sua vita morta per le gravi ferite riportate a seguito del gravissimo incidente stradale avvenuto a luglio 2016.
E’ allucinante ciò che è avvenuto a Vasto (Chieti), dove nel pomeriggio di mercoledì, il marito della donna Fabio Di Lello, 32 anni, ha ucciso a colpi di pistola il 22enne Italo D’Elisa, il giovane che era alla guida dell’auto coinvolta nel sinistro mortale.
L’omicidio è avvenuto davanti a un bar di Vasto. All’uscita del locale, Di Lello, panettiere con la passione del calcio, arriva armato, vede il giovane e gli spara quattro colpi di pistola a bruciapelo freddandolo all’istante.
L’uomo si è poi costituito ai Carabinieri della Compagnia di Vasto che lo cercavano, ma non prima di depositare la pistola sulla tomba della consorte. Come per dire: “Amore, ti ho fatto giustizia”.
Su Facebook, Di Lello qualche mese fa aveva postato una foto della moglie con su scritto “Giustizia per Roberta”, mentre l’immagine del suo profilo ritrae una foto del “gladiatore”. L’arma è stata poi trovata dai militari rinchiusa in sacchetto trasparente adagiata sul loculo di Roberta.
Prima di consegnarsi in caserma, Fabio Di Lello avrebbe chiamato un amico dicendogli che aveva ucciso l’assassino di sua moglie, annunciandogli che si stava recando al cimitero per salutare la sua Roberta. Avrebbe chiamato il suo avvocato, Giovanni Cerella, indicandogli dove si trovava in quel momento. Disperato il padre di D’Elisa che ad alta voce ha gridato: “Maledetti, me lo avete ucciso”.
L’incidente il 1 luglio 2016
Secondo la ricostruzione, l’incidente avvenuto il primo luglio scorso Roberta Smargiassi a bordo del suo scooter Yamaha Sh650, si scontrò con una Fiat Punto guidata da Italo D’Elisa, all’incrocio tra Corso Mazzini e Via Giulio Cesare, a Vasto.
L’impatto è stato molto violento e la ragazza sbalzò di sella schiantandosi contro il semaforo che regolava l’incrocio, ricadendo pesantemente sull’asfalto. La donna morì in ospedale dopo il ricovero. Dopo lo scontro con la moto, la Punto di D’Elisa rimbalzò su un’altra auto in transito. Fu un dramma che sconvolse tutto il centro.
Quindici giorni più tardi, un’enorme folla partecipò alla fiaccolata in ricordo di Roberta, partita proprio da quell’incrocio dove la donna era stata travolta dall’auto. In prima fila il marito, il papà, gli altri familiari, tutti distrutti dal dolore.
Il corteo raggiunse prima l’area antistante l’obitorio dell’ospedale “San Pio da Pietrelcina”, dove morì la donna, poi l’ingresso del Tribunale di Vasto dove, sui cancelli esterni, furono lasciate tante immagini della giovane donna con l’auspicio di una giustizia veloce.
La Procura aveva aperto una inchiesta, ancora in corso, per far luce sulla dinamica del drammatico scontro mortale. A fine 2016 D’Elisa, venne rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio stradale. Ma Fabio Di Lello, non aveva evidentemente voglia né pazienza di attendere i tempi lunghi della Giustizia e, a modo suo, se l’è fatta da solo.