Un violento terremoto di magnitudo 7.6 ha colpito in piena notte, le 2:44 locali di lunedì 26 febbraio, (le 18:44 di domenica in Italia), il centro della Papua Nuova Guinea, sulla terra ferma.
Secondo le rilevazioni dell’istituto di geologia statunitense (Usgs), il sisma si è verificato a circa 90 km a sud-ovest di Porgera, località in Provincia di Enga, nell’area insulare del Pacifico. L’evento è stato localizzato a una profondità di circa 35 chilometri.
Al momento non risultano segnalazioni di danni a cose o persone. Dalle prime informazioni sembra scongiurato un pericolo tsunami. Dal report dell’agenzia il sisma è stato violentissimo.
La regione è sede della maggior parte delle aree di subduzione terrestre, dove le placche oceaniche scivolano sotto le placche continentali più chiare. I terremoti in quelle zone si verificano quando quelle placche collidono tra di esse o scivolano l’una sotto l’altra e, quando ciò accade in mare, possono scatenare tsunami.
La Papua Nuova Guinea, spiega l’Usgs, sperimenta un alto tasso di attività sismica, con altri 23 eventi di magnitudo 6 o superiore che si sono verificati nel secolo scorso entro 250 km dall’epicentro del terremoto del 25 febbraio 2018.
Il più vicino di questi è stato un terremoto di magnitudo 6.2 nell’agosto del 1993, circa 17 chilometri a nord del terremoto di oggi. Il più forte è stato un evento M. 7.2 nel giugno 1986, a 230 km a nord-nord-est o vicino all’Australia.