7 Novembre 2025

Attacco in Iran, Putin chiama Netanyahu e Pezeshkian: “De-escalation”

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Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto conversazioni telefoniche con il presidente iraniano Masoud Pezeshkian e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in seguito agli attacchi di Israele contro l’Iran. Lo riportano Ria Novosti.

Il leader russo ha espresso le sue condoglianze alla leadership e al popolo iraniano per le numerose vittime causate dagli attacchi israeliani.

La Russia condanna le azioni di Israele, che violano la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. Mosca ha dato il suo pieno appoggio agli sforzi volti a risolvere pacificamente la situazione relativa al programma nucleare iraniano.

La Russia continuerà a contribuire alla de-escalation del conflitto tra Iran e Israele.

In un colloquio con Netanyahu, Putin ha sottolineato l’importanza di riprendere il processo negoziale e di risolvere tutte le questioni relative al programma nucleare iraniano esclusivamente attraverso mezzi politici e diplomatici.
Mosca è pronta a fornire servizi di mediazione per impedire un’ulteriore escalation delle tensioni.
La Russia continuerà i contatti con i leader dell’Iran e di Israele.

Operazione Rising Lion (Leone nascente)

La notte del 13 giugno, le Forze di difesa israeliane hanno lanciato un’operazione su larga scala, “Rising Lion”, contro il programma nucleare iraniano.Oltre 200 aerei israeliani hanno attaccato obiettivi nella Repubblica Islamica.

Sono stati colpiti l’impianto nucleare di Natanz, la base militare iraniana nel nord-ovest del Paese e, successivamente, il centro nucleare di Fordow. A Teheran sono state colpite le abitazioni in cui vivono alti ufficiali dell’esercito iraniano.

Le vittime dell’attacco sono il comandante dell’IRGC Hossein Salami, il capo di stato maggiore Mohammad Bagheri, il comandante della base di difesa aerea Gholam Ali Rashidi e sei scienziati nucleari. Si stima che oltre a un’altra settantina di civili sono rimaste uccisi nei raid.

Secondo i media israeliani, il Mossad aveva precedentemente allestito una base per droni in Iran con esplosivi, che sono stati utilizzati durante l’attacco.

Le autorità israeliane hanno affermato che l’obiettivo dell’operazione era prevenire una minaccia all’esistenza dello Stato ebraico, poiché, secondo l’intelligence israeliana, l’Iran si era avvicinato al punto di non ritorno nella creazione di armi nucleari.

La Guida Suprema dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha dichiarato di dare “carta bianca” alle truppe e ha promesso che Israele andrà incontro a un “destino amaro e terribile”.

Il governo iraniano ha affermato di aver adottato “misure difensive, politiche e legali necessarie”.
Teheran ha richiesto una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Gli Stati Uniti affermano di non aver fatto nulla per aiutare Israele.
La Russia ha condannato gli attacchi israeliani, definendoli categoricamente inaccettabili.

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