L’esercito israeliano ha iniziato a lanciare massicci attacchi via terra, aria e mare contro le sedi del movimento Hamas nella Striscia di Gaza, hanno riferito le Forze di difesa israeliane (IDF), citate dai media.
“L’IDF sta attualmente conducendo attacchi su larga scala contro i siti dell’organizzazione terroristica Hamas nella Striscia di Gaza”, si legge nella nota. Sabato, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha visitato l’area al confine con la Striscia di Gaza e ha chiesto alle truppe di stanza se fossero pronte per la “prossima fase dell’operazione”.
Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Wafa 400 civili palestinesi “sono stati brutalmente massacrati e quasi altri 1.500 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore, mentre il genocidio portato avanti dalla macchina bellica israeliana nella Striscia di Gaza assediata entra nel vivo nell’ottavo giorno”.
Il corrispondente della Wafa sul posto ha riferito che “l’esercito israeliano ha effettuato una serie di attacchi aerei contro dieci case abitate a Deir al-Balah, nel centro di Gaza. Gli attacchi hanno provocato la tragica perdita di oltre 80 vite umane e il ferimento di altre 250 persone”.
Nella città di Gaza, “circa 260 civili sono stati uccisi sotto i pesanti bombardamenti israeliani sui quartieri di Tal al-Hawa, Al-Rimal e nel campo profughi di Shati’, così come sui quartieri di Shejaiya e Al-Zaytoun nella parte orientale della città. Nel campo profughi di Jabalia, circa 40 residenti hanno perso la vita mentre gli attacchi aerei israeliani hanno abbattuto le case con abitanti all’interno”.
Inoltre, “circa 10 civili sono stati selvaggiamente uccisi nella città di Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza, a seguito del massiccio bombardamento israeliano contro diverse case”.
A Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, “circa 20 civili sono stati tragicamente uccisi quando gli aerei da guerra israeliani hanno preso di mira edifici residenziali con civili all’interno”.
Questi attacchi aerei “non solo hanno provocato una devastante perdita di vite umane, ma hanno anche causato un’enorme distruzione delle infrastrutture delle aree prese di mira, con decine di case ed edifici residenziali rasi al suolo. La situazione rimane critica poiché gli sforzi di salvataggio e recupero continuano nel mezzo di questa aggressione in corso”.