La Corte Costituzionale ha convocato una nuova udienza pubblica per discutere di obbligo vaccinale, che si andrà dunque ad aggiungere a quella già svolta il 30 novembre 2022, e di cui la Consulta ha già promulgato l’ormai noto dispositivo, in attesa di pubblicazione delle motivazioni. La nuova convocazione è fissata per il 4 aprile 2023. La notizia ha lasciato di stucco prima di tutto gli avvocati che, appena poche ore fa, ne hanno ricevuto comunicazione.
Nei fatti – ricostruisce Byoblu -, nella precedente udienza, la Corte presieduta da Silvana Sciarra era stata chiamata ad esprimersi su 8 delle 14 ordinanze emesse da diversi tribunali italiani. La prima era stata quella datata 18 marzo 2022 ed emessa dal Consiglio amministrativo della regione Sicilia, il quale ne aveva poi emanata una seconda il 12 settembre. A queste due si erano aggiunte altre dal tribunale di Brescia, di Catania, di Padova, di Genova, dal tribunale militare di Napoli, dal Tar di Milano.
Le ordinanze interrogavano la Corte su diversi quesiti, tutti relativi all’obbligo vaccinale per i lavoratori in campo sanitario e scolastico. Ad esempio la legittimità costituzionale della sospensione dal lavoro, la mancata erogazione degli assegni alimentari o ancora il surreale divieto di lavorare da remoto. Proprio per via della varietà delle materie e del cospicuo numero di ordinanze di remissione, la Corte ne aveva scartate alcune e accorpate altre quando i diversi temi si sovrapponevano tra loro.
Ora però è arrivata la notizia che la Consulta intende discutere l’ordinanza 118 del Consiglio di giustizia amministrativa siciliana, la seconda emessa dal tribunale amministrativo isolano. Si tratta peraltro di un’ordinanza molto articolata, che vede contrapposti uno psicologo non vaccinato e l’ordine professionale della regione.
Nell’ordinanza il tribunale sollevava quesiti di fondamentale importanza, come la “validità e sufficienza del sistema di farmacovigilanza”, e poi la sicurezza dei vaccini ed anche la loro effettiva capacità di “preservare lo stato di salute degli altri”. Presupposti considerati finora indispensabili dalla giurisprudenza costituzionale per imporre obblighi di natura sanitaria.
Il motivo per il quale la Consulta abbia preso questa inaspettata decisione al momento appare imponderabile. “Chissà, forse la presidente della Corte vorrà spiegarlo a qualche giornalista del Corriere della Sera…”, conclude Byoblu.