I carabinieri di Roma hanno inchiodato una banda di usurai che pretendeva dalle proprie vittime interessi fno al 200% mensili. Se non si riusciva a pagare, giù botte e minacce di morte. Scoperto anche un libro mastro in cui i presunti usurai annotavano nomi e somme da riscuotere. I militari hanno stimato un giro d’affari pari a trecentomila euro al mese, oltre 3,5 milioni l’anno.
Il blitz è scattato all’alba di giovedì. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare agli arresti domiciliari e all’obbligo di dimora nei confronti di 4 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di usura aggravata in concorso, tentata estorsione, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti in concorso, minaccia aggravata.
Il provvedimento è scaturito da un’indagine dei carabinieri del nucleo investigativo avviata a seguito della denuncia presentata da un commerciante romano che, a causa dell’attuale crisi economica e dell’impossibilità di rivolgersi a una banca, era entrato in contatto con uno “strozzino” per ottenere un prestito di poche migliaia di euro.
L’usuraio, ottenuto l’incasso del capitale prestato, avrebbe preteso la restituzione di somme molto più alte – con un tasso di interesse intorno al 200% – con minacce di morte e lesioni fisiche in caso di mancata riscossione.
Il commerciante, ormai esasperato per le botte (calci e pugni), minacce e le vessazioni, si era rivolto ad una associazione antiracket romana che ha convinto l’uomo a sporgere denuncia. Gli incontri avvenivano al mercato rionale di Torrespaccata ed è anche lì che i militari di Roma hanno effettuato pedinamenti e intercettazioni, documentando le azioni della banda.
Finito in carcere lo scorso anno – proprio dopo essere stato sorpreso a picchiare la vittima durante una consegna di denaro – l’aguzzino aveva dato preciso mandato a tre sui complici – uno di questi soprannominato “Tyson”, ritenuto personaggio di spicco della criminalità romana operante nel quartiere Tor Tre Teste – di curare il “giro d’affari”.
Durante le perquisizioni è stato trovato il “libro mastro” della banda, su cui erano state annotate entrate e uscite di denaro: la mole di nomi e di prestiti emersa dall’analisi del documento ha fatto stimare i proventi mensili degli usurai intorno ai 300mila euro.
“Nel giro di pochi giorni – ha detto il Comandante rovinciale dei Carabinieri di Roma, generale Salvatore Luongo – è la seconda operazione anti usura portata a termine dai Carabinieri del Comando provinciale di Roma, a dimostrazione di quanto sia purtroppo diffuso il fenomeno, che nella sua patologia ha come unico rimedio il ricorso alla denuncia dei fatti, delle violenze e delle prevaricazioni subite, alla più vicina caserma dell’Arma dei Carabinieri”.