E’ stato estradato in Italia dalla Repubblica del Sudan, dove è stato arrestato, Mered Yehdego Medhane, 35 anni, eritreo. L’uomo è ritenuto uno dei più importanti capi delle organizzazioni criminali che trafficano in esseri umani.
E’ accusato di essere la mente di uno dei gruppi criminali di maggiore importanza tra quelli operanti tra il Centro Africa e la Libia. Le indagini che hanno portato al suo arresto sono state condotte dalla Procura di Palermo.
Mered Yehdego Medhane, insieme ad un altro capo della rete, Ghermay Ermias, il 20 aprile 2015 era sfuggito ad un blitz dello Sco (Servizio centrale operativo) della polizia, coordinato dalla Dda di Palermo che portò al fermo di 15 persone della “filiera” di trafficanti.
La rete si sarebbe occupata di tutto per i migranti. Dal prelievo in loco, alla traversata del deserto, ai lunghi periodi di permanenza nei campi di prigionia libici in attesa dell’imbarco su carrette del mare di fortuna per poi fargli affrontare l’odissea in mare verso le coste siciliane, al viaggio verso la terra promessa, l’Europa. Ogni tappa aveva un costo.
E i migranti, costretti da fame e guerra a lasciare le proprie case, pagavano per tutti i “servizi” acquistati. Dietro al business eritrei, etiopi, ghanesi, ivoriani. Uomini senza scrupoli capaci di mettere su una rete transnazionale efficientissima. E ultra milionaria.
Secondo la Bbc, non sarebbe Medhane il capo dell’organizzazione. L’emittente britannica parla di un “errore”, di uno “scambio di persona”. L’uomo arrestato in Sudan ed estradato in Italia sarebbe solo un rifugiato eritreo. Per la procura di Palermo è invece lui il cervello dell’organizzazione.