I finanzieri del comando provinciale di Lodi hanno eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare (3 in carcere e due ai domiciliari) nei confronti di dipendenti pubblici ed imprenditori. L’accusa per loro è di corruzione in merito a false residenze e a presunti appalti truccati. Nel corso dell’operazione sono state eseguite 18 perquisizioni.
Tra gli arrestati figurano due pubblici ufficiali di un comando di polizia locale, tra i quali un vigile urbano di un comune del Lodigiano.
Con l’inchiesta, denominata “Carioca” per via delle numerose cittadinanze “facili” a brasiliani, sono finiti in carcere M.P., di 64 anni, Comandante della Polizia Locale di Ospedaletto Lodigiano; A.C., di 42 anni , Ufficiale di stato civile dello stesso comune e W.G., di 38 anni, imprenditore di origine brasiliana, titolare di un’agenzia di “disbrigo pratiche” avente sede a Monza.
Sono stati sottoposti ad arresti domiciliari la moglie dell’imprenditore, B.M., di 44 anni e F.I., di 57 anni, titolare di una ditta individuale di “noleggio autovelox” avente sede in provincia di Verona.
Le investigazioni hanno permesso di svelare un presunto sistema di corruzione di pubblici ufficiali finalizzato all’indebito rilascio a soggetti provenienti dal Brasile di residenze in Italia ed, in particolare, nel comune lodigiano.
L’ottenimento della residenza in Italia consente ai cittadini di nazionalità brasiliana di ottenere immediatamente – grazie anche alla normativa del cosiddetto ius sanguinis – la cittadinanza italiana e, conseguentemente, il passaporto di un paese comunitario, utile per installarsi, senza ulteriori adempimenti, in qualsiasi paese della Ue.
La normativa, tuttavia, richiede che, per tale procedura, si accerti l’effettiva abituale dimora sul territorio dello Stato: ma i pubblici ufficiali coinvolti, in realtà, avrebbero dichiarato falsamente in atti la presenza degli stranieri oppure a seguito di sopralluoghi preventivamente concordati. La residenza veniva attestata in abitazioni nella disponibilità – direttamente o indirettamente – degli stessi soggetti indagati.
Il sistema di corruzione, spiegano gli inquirenti, ruotava intorno alla predetta agenzia di “disbrigo pratiche” di Monza, facente capo ai coniugi di origine brasiliana coinvolti nell’inchiesta, i quali richiedevano ai propri clienti brasiliani una cifra fra i 3.500 ed i 5.000 euro per portare avanti la “pratica”, mentre di questa cifra, circa 1.250 euro sarebbero finiti poi nelle tasche dei pubblici ufficiali.
Allo stato degli atti, il fenomeno ha consentito di far ottenere la residenza e la cittadinanza italiana, nel solo anno 2016, a circa 500 brasiliani, in realtà mai trasferitisi nel lodigiano.
Durante l’attività tecnica, è emerso un ulteriore episodio di corruzione del Comandante della Polizia Locale, il quale, in cambio di denaro ed il pagamento di altre utilità, si accordava con il titolare di una ditta di “noleggio autovelox” per favorirlo nella concessione diretta del servizio di rilevamento velocità e relative verbalizzazioni. Nel corso delle perquisizioni, sono stati rinvenuti circa 900.000 euro in contanti, nascosti in abitazioni e cascine, provento dell’illecita attività.