“Nessuno di noi può dire: ‘no, io sono una persona santa, pulita’”. E’ questo il monito di Papa Francesco in una riflessione nella messa a Santa Marta rivolta alla Chiesa che, sottolinea, “non è esente” da sete di “vanità e potere”.
Gli “arrampicatori”, cercare di “salire in alto distruggono l’altro”, ha detto Bergoglio. “E ogni buon arrampicatore usa senza scrupoli l’arma delle “chiacchiere”, del parlare male dell’altro, e “sporcarlo”.
Commentando il Vangelo, il pontefice ha osservato: “E’ quello che è accaduto qui con gli apostoli, anche con la mamma di Giovanni e Giacomo, è una storia che accade ogni giorno nella Chiesa, in ogni comunità. Ma da noi, chi è il più grande? Chi comanda? Le ambizioni”.
“In ogni comunità, nelle parrocchie o nelle istituzioni, sempre questa voglia di arrampicarsi, di avere il potere”. “La vanità, il potere… – ha riflettuto il Pontefice – E’ come quando ho questa voglia mondana di essere con il potere, non di servire, ma di essere servito, non si risparmia mai come arrivare: le chiacchiere, sporcare gli altri… L’invidia e le gelosie fanno questa strada e distruggono. E questo noi lo sappiamo, tutti”.
“Questo accade oggi in ogni istituzione della Chiesa: parrocchie, collegi, altre istituzioni, anche nei vescovadi… tutti. La voglia dello spirito del mondo, che è spirito di ricchezza, vanità e orgoglio”. “Quando i grandi santi dicevano di sentirsi tanto peccatori – rammenta papa Francesco – è perché avevano capito questo spirito del mondo che era dentro di loro e avevano tante tentazioni mondane”.