Fabrizio Corona potrebbe tornare in carcere. Fra qualche giorno il tribunale di Milano, in una nuova udienza, potrebbe aumentare gli anni di carcere per il fotografo.
L’ex paparazzo, condannato a 5 anni, dopo aver già scontato mezza pena (due anni e mezzo di carcere, oltre i servizi sociali dove sta espiando il residuo), ha giustamente paura di tornare dietro le sbarre.
E posto che non è un criminale (avrà sbagliato, sarà antipatico e irriverente, sarà tutto ciò che vogliamo, ma non è un killer o un mafioso, il quale se ha un buon avvocato esce dopo sei mesi, come del resto è già successo…), ma soltanto un paparazzo che faceva il suo mestiere, scattando e facendo scattare foto per rivenderle con la sua agenzia, al migliore offerente (tipo ai giornali di gossip che nessuno si è mai sognato di imprigionare…), salvo poi qualche ricattuccio per i quali Corona ha già pagato e sta ancora pagando in modo forse esagerato.
Come “l’estorsione” a Trezeguet, per cui fu condannato, ma per altri casi analoghi (Barbara Berlusconi e Gilardino) fu prosciolto. Due pesi e due misure con la bilancia “simbolo” della Giustizia che pende però sempre contro una parte: contro i deboli.
Non è il mondo corrotto, intriso di ricatti e corruzione come quello del calcio, dove gli scandali sono all’ordine del giorno con inchieste finite (quasi sempre) in una bolla di sapone. Accanimento? Nel caso di Fabrizo Corona (senza forse) sì.
Una storia di giustizia all’italiana dove le leggi si applicano alla lettera, o si interpretano a piacimento se solo sfiori gli “intoccabili”. Fosse anche uno scatto di camera che ruba intimità e privacy a persone che hanno scelto la vita pubblica e di stare sempre in bella mostra nei salotti piuttosto che nei tabloid di gossip.
In sostanza, per colletti bianchi, politici, imprenditori, pedofili, molestatori seriali, criminali intrallazzati, affaristi e faccendieri si è pronti a insabbiare tutto pur di non far scoppiare scandali scomodi e imbarazzanti. Se si trova uno come Corona, che ha commesso sì errori, però non faceva parte di cerchi magici e poteri forti, si aprono le porte dell’inferno.
Fabrizio Corona, oggi in affidamento ad inutili (inutili) “servizi sociali” teme di andare in cella e affida ad un settimanale i sui timori: “Ho scontato la mia pena”, dice l’ex paparazzo. “Ho trascorso due anni e mezzo in carcere, quattro mesi in comunità e da ottobre 2015 sono in affidamento ai servizi sociali”.
“Ora – prosegue Corona – rischio però di tornare in prigione. La cella, l’isolamento, le condizioni pietose e i volti degli altri detenuti ritornano nei miei incubi. Vi prego, non fatemi tornare dietro le sbarre” ha detto al settimanale Gente in edicola domenica.
In discussione ci sarebbe la “continuazione del reato”. Cosa significhi lo sanno solo legali e magistrati. “Sono appeso a un filo. Ostento la mia solita sicurezza – ha detto -, una maschera che uso per proteggere me stesso e gli altri, ma in realtà ho molta paura”. E con questa giustizia chi non ne avrebbe? Ministro Orlando, batti un colpo!